Title / Titolo: Archphoto 2.0_05 . American Frontier
Author / Autore: Various / Vari
Subject / Soggetto: Architecture / Architettura
Year / Anno: 2015
Language / Lingua: English / Inglese
Pages / Pagine: 122
Color images / Immagini a colori: 39
Size / Formato: 15×21 cm
Binding / Rilegatura: Paperback / Brossura
ISBN: 978-88-95459-24-0
Price / Prezzo: 10,00 €

When Frederick Jackson Turner published his thesis on American history in 1893, he saw in the frontier – a sparsely inhabited territory in direct contact with the wilderness – the essence of a new Weltanschauung. Frontier was not, therefore, a word indicating a precise limit, a boundary to be crossed or a political and geographical bond, as a European reader may think. In the United States, the word frontier was more of an invitation to explore, an area to conquer, a hymn to the freedom of the individual. The critical choices behind this edition of archphoto2.0 refer to this original meaning of the word frontier. The earthworks, buildings and settlements created during the twentieth century also confirm the prophetic value of Turner’s proposition as regards the world of art and architecture. Many architects and artists, like the pioneers before them, turned to the wild areas of the United States to find the freedom and opportunities the contemporary metropolis was no longer able to offer them. Thus, the projects selected represented a new approach to conquering and colonising the West, in which the frontier was understood as a space in which to experiment. In the examples proposed, the desert was often elected as a place in which to substantiate theory, undermining the traditional significance of a work of art and architecture.


Quando Frederick Jackson Turner pubblicò la sua tesi sulla storia americana nel 1893, vide nella frontiera – un territorio scarsamente abitato in diretto contatto con la natura selvaggia – l’essenza di una nuova Weltanschauung. La frontiera non era, quindi, una parola che indicava un limite preciso, un confine da attraversare o un vincolo politico e geografico, come potrebbe pensare un lettore europeo. Negli Stati Uniti, la parola frontiera era più un invito all’esplorazione, un’area da conquistare, un inno alla libertà dell’individuo. Le scelte critiche dietro questa edizione di archphoto2.0 si riferiscono a questo significato originale della parola frontiera. Le opere di ingegneria civile, gli edifici e gli insediamenti creati durante il ventesimo secolo confermano anche il valore profetico della proposizione di Turner per quanto riguarda il mondo dell’arte e dell’architettura. Molti architetti e artisti, come i pionieri prima di loro, si sono rivolti alle aree selvagge degli Stati Uniti per trovare la libertà e le opportunità che la metropoli contemporanea non era più in grado di offrire. Così, i progetti selezionati rappresentano un nuovo approccio alla conquista e alla colonizzazione dell’Ovest, in cui la frontiera è intesa come uno spazio in cui sperimentare. Negli esempi proposti, il deserto è stato spesso eletto come luogo in cui concretizzare la teoria, minando il significato tradizionale di un’opera d’arte e di architettura.