Ripensare i quartieri 2002-2009

Nel 2002 abbiamo iniziato a lavorare sui quartieri Ina-Casa a Genova, in particolare nelle architetture realizzate da Luigi Carlo Daneri nel dopoguerra: Biscione (insieme al fotografo Andrea Botto) e Mura degli Angeli. L’obiettivo era la ridefinizione dell’immaginario collettivo nella dicotomia quartiere=periferia=Bronx, identificativo negativo di un luogo, attraverso le arti visive: azioni, video, fotografie. Ricucire parti di città che non dialogavano tra loro agendo sulla comunicazione, ovvero presentando i disegni originali dei progetti e delle parti previste ma non realizzate, stabilendo un dialogo tra cittadino-abitante e architettura attraverso il coinvolgimento degli artisti e degli intellettuali. Nel quartiere collinare di Quezzi, il Biscione, il progetto è iniziato nel 2002 fino al 2004, anno in cui Genova era Capitale Europea della Cultura. Per quella occasione abbiamo organizzato “Pic-nic al Biscione”, un modo per interagire con la comunità coinvolgendo le associazioni e i gruppi di cittadini attivi, un cortometraggio dal titolo “una giornata al Biscione”, una campagna fotografica realizzata da Andrea Botto e Emanuele Piccardo. Il resoconto del progetto è stato presentato al Museo di Villa Croce sfruttando l’invito del curatore Marco Scotini per la mostra Empowerment/cantiere Italia. Nel 2006 abbiamo cambiato scenario e la nostra attenzione si è rivolta su un’altro esempio di architettura moderna: il quartiere Ina Casa Mura degli Angeli. Un quartiere operaio di mezza costa il cui prologo è stata l’indagine fotografica di Emanuele Piccardo e tre inviti a Fabrizio Basso, Silvia Cini e Simonetta Fadda di interagire col quartiere in occasione della mostra “Dissertare/Disertare” (2006) curata dall’associazione start al Castello di Genazzano (Roma). Nel 2009, insieme al professor Brunetto De Batté, due giovani laureande Elisabetta Baldi e Valentina Buscaglia, hanno scelto come soggetto dellatesi di laurea in architettura proprio il quartiere. Così, a partire dall’approccio di plug_in, è stato coinvolto per una seconda volta l’artista Fabrizio Basso che ha compiuto tre azioni nel sito, inserite come corollario della tesi.

Ogni intervento e azione nel contesto architettonico, basato esclusivamente sulla passione e la disponibilità degli artisti, senza nessun sostegno economico dagli enti pubblici, si colloca in un panorama italiano e internazionale che va dalle esperienze del collettivo Stalker al Corviale romano fino ai progetti dei Nouveaux Commanditaires della Fondation de France.

2002-2004 Il Biscione (quartiere Ina Casa Forte Quezzi, capogruppo arch. Luigi Carlo Daneri 1956-1968)

“Pic-nic al Biscione” fa parte del progetto, promosso da plug_in - laboratorio di architettura e di arti multimediali, sui quartieri della cintura urbana genovese.

Il pic nic organizzato nel giugno 2004 con e per gli abitanti

Finalità del progetto è attivare un approccio analitico ai problemi delle periferie e alla loro tematizzazione che sappia partire dalla valorizzazione delle risorse sociali dei quartieri stessi, stimolando eventi partecipativi e coinvolgendo le associazioni di volontariato e le istituzioni scolastiche che già operano sul territorio. Il nostro percorso all’interno del quartiere Ina Casa il “Biscione” inzia nel 2002 con una prima ricognizione fotografica del luogo ad opera di Andrea Botto ed Emanuele Piccardo. Conseguentemente l’esito della campagna fotografica viene presentato presso l’Associazione “Noi e gli altri” insieme ad un dibattitto sull’importanza di Luigi Carlo Daneri alla presenza dell’assessore all’urbanistica comunale, Bruno Gabrielli e da Vittorio Savi, architetto e docente all’Università di Ferrara.

Ripensare i quartieri, dunque, non come atto conseguente ad interventi che calano dall’esterno quanto piuttosto come esito dell’azione, della capacità espressiva e propositiva, degli stessi abitanti. Perché è con l’agire che diviene possibile re-impossessarsi del proprio territorio, ritrovare una nuova qualità e consapevolezza dell’abitare. Affermando con ciò un’identità a partire dalla quale diviene possibile relazionarsi con l’altro e, superando distanze solo apparenti, riconnettersi agli altri quartieri, al resto della città.

 

Manifesto realizzato appositamente per il “Pic Nic”_ideazione Emanuele Piccardo
realizzazione e fotografia Andrea Botto

“Dal 1956 il Biscione è città”. È questo lo slogan che accompagna l’iniziativa che, accogliendo con grande interesse l’invito a partecipare alla mostra Empowerment/Cantiere Italia,organizzata dal Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce in collaborazione con il Centro della Creatività e curata da Marco Scotini, abbiamo pensato di organizzare nel quartiere Ina Casa Forte Quezzi, conosciuto meglio con il nome di “biscione”, progettato da Luigi Carlo Daneri nel 1956.

L’evento consiste in un “pic-nic” durante il quale gli abitanti del quartiere offriranno da “mangiare e bere” agli ospiti, un atto che, come in ogni festa, costituisce pretesto per lo scambio e l’incontro in una situazione di convivialità.

In mostra abbiamo raccolto i racconti del concorso “Dieci righe per il mio quartiere” a cui hanno partecipato gli abitanti; i disegni e i pensieri realizzati dai bambini dell’Asilo nido Eolo, della Scuola Materna E.Montale, della Scuola Elementare G.Borsi.

Vengono presentati due video il primo “Una giornata al Biscione” testimonia, attraverso le interviste agli abitanti la qualità del vivere una realtà troppo spesso considerata marginale e periferica. Il secondo video racconta il quartiere dal punto di vista architettonico attraverso le interviste a Eugenio Fuselli (coordinatore dei progettisti), Aldo Aymonino (architetto e docente allo IUAV di Venezia), Pippo Ciorra, Mosè Ricci.

installazione al Museo di Villa Croce del progetto sul Biscione

Plug_in come connettore di una rete territoriale con l’amministrazione comunale di Genova: Assessorato alla città educativa e istituzioni culturali, Centro della Creatività/direzione Cultura, Sport e Turismo e la Circoscrizione Bassa Valbisagno; con il quartiere: Associazione Città Giardino, Comitato genitori Scuola. Borsi, Parrocchia Mater Ecclesiae.

2006-2009 Mura degli Angeli (quartiere Ina Casa capogruppo arch. Luigi Carlo Daneri)

Il quartiere dal circolo Arci 30 giugno

Mura degli Angeli è un quartiere sulle colline genovesi realizzato nel 1954, per conto dell’Ina-Casa, dall’architetto-ingegnere Luigi Carlo Daneri (Borgo Fornari 1900-Genova 1972). Il progetto “Mura degli angeli” nasce nell’ambito della tesi di laurea in architettura di Elisabetta Baldi e Valentina Buscaglia (relatore il prof. Brunetto De Batté, correlatore Emanuele Piccardo). La scelta di occuparsi di Mura degli Angeli nasce dalla volontà di intervenire in un quartiere che nell’immaginario collettivo viene considerato periferia e si ricollega al progetto “scuotere radicalmente la città”. Il progetto si muove su più livelli:da un lato la “riqualificazione”dell’immaginario e la ricostituzione di una nuova idea di comunità tramite la riappropriazione degli spazi,dall’altro la progettazione “partecipata”del non costruito che era rimasto in sospeso con il progetto Ina Casa.

 

Il racconto del progetto originario agli abitanti

Il progetto di valorizzazione del quartiere passa attraverso il coinvolgimento degli artisti Fabrizio Basso, Silvia Cini e Simonetta Fadda.Basso, insieme agli studenti del corso di Arte e Paesaggio della Facoltà di Architettura di Genova, agisce su più fronti pensando tre azioni e una sonorizzazione. Ecco il suo testo: “Tre azioni e una sonorizzazione. Azioni e non performance perché si tratta di movimenti scarni, poveri, ridotti all’osso, con la riduzione ai minimi termini della tecnologia, movimenti, quasi giochi di altri tempi, immagini disperse, azioni minime come vuoti a perdere, sono le cartoline in franchigia di Sbarbaro o la sincerità esagerata dei versi di Boine.

Tutto ondeggia di fronte alle fondamenta a palafitta in cemento armato.

1_Due ragazzi sostengono una linea di luci da festa di paese, è l’energia di una festa che unisce e scaturisce da due corpi, ma è anche la linea sottile, gesto verso l’infinito, quella tensione che a volte ci permette di spingerci oltre noi stessi.

2_Un telone di nylon trattiene sospesa una quantità minima di acqua, è un gruppo di persone che agisce ed interagisce, cercando metaforicamente di non disperdere l’acqua del mare Aral, ormai quasi prosciugato e pronto, a disperdere totalmente la sua carica di sostanze tossiche, frutto dell’esaurimento scientifico della guerra batteriologica dell’ex CCCP.

3_”Interno 11”: un Moleskine che sintetizza e documenta poeticamente lo svuotamento di un appartamento, un viaggio senza immagini che il pubblico potrà leggere come un libro di poesia in copia unica, sedendosi sulla terrazza del circolo ARCI, balaustrata con vista sull’architettura di Daneri.

4_Il suono del mare registrato all’Isola della Rèunion sonorizzerà le fondamenta del palazzo, quasi a creare una sospensione metafisica, uno spostamento nello spazio, dedicato al gesto impossibile del pirata simbolo della Rèunion. La linea di una rotta che parte dall’isola Hispaniola e affronta la traversata atlantica, cercando la collisione con ricchezze che offre la rotta della compagnia delle indie.

Non c’è una conclusione, ma una fontana che disperde le proprie acque come il fiume che scende dall’Himalaya e si perde nel deserto asiatico”.

L’artista Simonetta Fadda racconta il suo rapporto con il “Casermone” attraverso una serie di interviste agli abitanti legate a parole chiave: Casermone, Immigrazione, Neve, Panorama, Ricordi, Rumenta, Visioni.


L’installazione realizzata dall’artista Fadda in occasione della mostra al Museo di Villa Croce sui dieci anni di attività di plug_in.